mercoledì 18 luglio 2012

The End

Il primo ottobre 2008 si partiva. Un po' di emozione. Un pizzico di incoscienza. Sicuramente tanto entusiasmo. Da quella data, praticamente ogni giorno esclusi i festivi, un post veniva pubblicato all'interno di questo blog. Pensieri, racconti, sensazioni o solo semplici emozioni. Tutti accomunati da un unico desiderio, quello di distribuire per quanto possibile un pizzico di positività. Così tanto per cercare di riequilibrare un'informazione troppo sbilanciata sui toni neri, esistenti, ma non unica realtà di una vita dove comunque la bellezza prevale, nonostante non faccia rumore.


E' stato un cammino per quanto mi riguarda straordinario. Mi ha permesso di conoscere molte persone in gamba e forse scoprire anche qualcosa in più su di me. Grazie a questo blog sono nate interessante collaborazioni, diversi progetti e molto altro ancora. Per me è stata una fantastica palestra di scrittura. 


Bene quasi allo scadere del millesimo post, è giunto il momento di congedarmi. Non so se esiste un giusto finale, se penso ai tanti film visti o ai molti libri letti, forse quello che mi lasciava più a desiderare erano proprie quelle ultime immagini o quegli ultimi capoversi che anticipavano la parole fine. Perciò preferisco concludere con dei ringraziamenti che vanno a tutti coloro che mi hanno seguito con molto affetto fino a qui. Dai fedelissimi dei primi articoli fino ad arrivare a coloro che magari anche solo recentemente o per sbaglio sono atterrati tra queste pagine. Un ringraziamento particolare inoltre va a colei che mi ha supportato (e sopportato) durante questo mio tragitto, sia in veste di musa ispiratrice sia in veste di correttrice di bozze. Anzi vi invito a visitare il suo nuovo sito ricco di consigli per vivere in salute.


Detto ciò non mi rimane che enunciare quella fatidica parola. Non è un addio però, diciamo piuttosto che è un arrivederci. Nei prossimi mesi potrebbe capitare che ci si riveda sotto vesti diverse, comunque sia chi ha seguito ILBETTA ON AIR non faticherà a riconoscermi. Naturalmente continuate a seguire invece le storie raccontate su Il mecenate d'anime e per i più affezionati vedremo nei giorni a seguire di rendere disponibile per un download gratuito gran parte degli articoli presenti in questo blog. 


Grazie ancora a tutti,
ILBETTA


The End.


P.S. Mi farebbe piacere se voleste scrivere voi i titoli di coda ;)

giovedì 5 luglio 2012

Il concerto di cicale

Il concerto era iniziato. Non si sapeva se in anticipo o meno. Non esisteva un cartellone ufficiale che indicasse il preciso orario per tali tipi di rappresentazioni. Comunque fosse il suono era ben presente e l'affiatata coralità del gruppo lasciava intendere che si erano preparate come non mai per l'occasione. 


Lui era lì nel pieno di quello che doveva essere la sua corsa quotidiana. I pensieri avrebbero dovuto essere in movimento con lui, mentre la sua mente lasciava da parte problemi antichi e nuove incombenze. Niente di tutto ciò accadde quel giorno. L'intensità del suono di quell'orchestra di cicale era dominante, tant'è che le poche macchine passanti la strada antistante, apparivano silenziose scatole di metallo su ruote, prive di quel suono che ne caratterizzava il motore. Ma pure tale rombo quel giorno venne sommerso da quella naturale musica.


Nel frattempo gocce di sudore lasciavano inconfutabili tracce su una fronte arsa dal calore e le gambe a fatica cercavano di ritrovare una falcata fino a pochi giorni prima di una rara scioltezza.


Dopo più di quaranta minuti d'assordante accompagnamento e con una temperatura corporea da evidente stato febbrile, il cartello di benvenuto, indicatore di un immediato arrivo, riportava la corsa ad una normalità oramai dimenticata. Proprio prima degli ultimi ottocento metri il gran finale. Come dirette da uno straordinario maestro, tutto d'un colpo la musica s'interruppe. Una perfetta contemporaneità nella dismissione degli strumenti. Solo allora lui capì, che quello che gli era sembrato un disturbo, in realtà non fu altro che un tributo allo sforzo appena compiuto.


Applausi.

mercoledì 4 luglio 2012

Limiti di età

I valori di confine sono sempre in agguato. "Sei troppo vecchio per fare questo!". "Sei troppo giovane per poter fare quest'altro!". In un attimo un valore puramente anagrafico abilità o meno le proprie capacità. E spesso questi numeri nemmeno vengono applicati per chi sa quale disciplina sportiva, che a ragion veduta o meno, potrebbero essere giustificati, ma sull'espressione della propria indole, lo sviluppo di un'idea o più semplicemente l'esternazione di un pensiero. E' proprio questa la cosa grave, il pensiero che viene messo continuamente in discussione. Perché arriva da persone prive di esperienza vista la giovane età. Perché il portavoce, oramai troppo anziano, è inadeguato rispetto ai soggetti che fa riferimento.


Ecco che così vengono issate barriere. Ecco che in questo modo si generano limiti inesistenti. Ecco che attraverso la pigrizia mentale di alcuni, si spengono definitivamente i desideri e le passioni degli altri. E mentre nuovi più stringenti confini vengono fissati, progetti concreti si trasformano prima in sogni e poi in ricordi pregni di rimpianti.

martedì 3 luglio 2012

A volte ritornano: la moda fluo

E' durata poco la speranza che ci fosse un party anni '80 in giro. Troppi indizi. In luoghi disparati. In momenti diversi. Veicolati da persone differenti. Ed ecco che ciò che era un ricordo custodito nella valigia dei pensieri volutamente chiusa a chiave, fuoriesce allo scoperto. 


Impossibile non notarlo. Gradazioni di colore che prendono il sopravvento su tutto. Inizialmente gli incontri si limitavano a qualche accessorio. Qualche calzatura per poi arrivare a qualche bracciale abbinato ad un orecchino. Poi però t-shirt, canotte e abiti si sono moltiplicati e in poco tempo. Nemmeno gli evidenziatori avevano osato tanto, dispersi oramai in qualche disordinata e impolverata scrivania d'ufficio. 


Purtroppo ciò che mesi fa era stato presentato sulle passerelle della moda, ora trova riscontro visivo per le strade delle città. A questo punto non rimane che auspicare un ritorno delle giacche con le spalline imbottite, chissà quali "scheletri" potrebbero uscire dagli armadi?


Intanto in tutto ciò mettiamoci pure la colonna sonora. Al minuto 2:33 il momento clou.




giovedì 28 giugno 2012

Un costruttore del proprio destino

Il suo sorriso era irritante. Non per tutti, solamente per coloro che si erano arresi a un futuro già scritto. Lui invece aveva tutt'altra visione. Convinzioni poche, tra cui quella che la vita era unica e troppo importante. Non si poteva sperperare. Forse per questo alcune volte appariva ansioso nel dover per forza fare. Fare cose che magari non ne capiva subito  pienamente il motivo, ma che ne sentiva la necessità. Rientravano tutte nell'avvicinamento per realizzare ciò che si ha dentro e quello che lui aveva dentro era quello di raccontare il mondo, d'altronde era sempre stato curioso. Aveva sempre avuto il bisogno di capire le cose. E questo bisogno l'aveva portato lontano. In luoghi distanti da quei modelli sociali dominanti che comunque lui aveva sempre cercato di evitare. E' così che tra guerre e rivoluzioni si era ritrovato testimone dei grandi cambiamenti della storia. Dal crollo di un'ideologia che avrebbe dovuto dar voce ai più diseredati, alla constatazione che non esistono giuste guerre. Finché un giorno non ha deciso di spostare l'attenzione dai macro avvenimenti a quelli più piccoli, più intimi, ma non per questo meno rilevanti: la propria vita.


Comunque sia era un costruttore. Un consapevole costruttore del proprio destino. Un esempio di talento, determinazione e coraggio.


(in omaggio a Tiziano Terzani)

martedì 26 giugno 2012

L'ultima occhiata

C'erano due cose che non tornavano. Il tempo che era trascorso dal suo arrivo e le movenze che assumeva. Era pur vero che la fermata del tram era proprio lì davanti a lei e che facilmente era nell'attesa di esso, però per quale motivo fissava in modo così incuriosito ed intenso la vetrina di un negozio chiuso, per lo più la rivendita al dettaglio di finestre e persiane, rimaneva un mistero.

Ma bastò avvicinarsi un po' di più per capire che non le interessava nulla di quanto presente in quella vetrina. Il vero interesse era un altro. L'effetto specchio che ricreava il riflesso della luce. Era lì che approfittava di quel gratuito servizio prima di andarsene al lavoro. Si stava dando quell'ultima occhiata, per verificare che fosse tutto apposto. Abito, camicia, scarpe e accessori vari. L'ultima di una serie di occhiate che sistematicamente ogni mattina caratterizzavano l'inizio della sua giornata. La prima addirittura risaliva alla sera prima, quando con il pensiero andava ad individuare nell'armadio cosa avrebbe messo. Già lì mentalmente si dava una prima specchiata. 

Cosa che poi si trasformava in qualcosa di concreto durante la fase di vestizione del mattino. Sfidando il proprio sguardo nel grande specchio in bagno. Passando poi alla figura intera di quello presente nell'armadio della camera da letto. Per arrivare infine a quella veloce, ma doverosa, sbirciata nel piccolo specchio a muro dietro la porta d'ingresso, frettolosamente uscendo.

Quel giorno però il destino le aveva regalato un'ultima occasione prima di iniziare un nuovo grande giorno. A poco sarebbe servito avvicinarsi ancor di più a lei e dirle che era splendidamente perfetta di suo, al di là di cosa indossasse e come lo portasse quel giorno. Per lei sarebbe rimasto unico insindacabile giudizio quell'ultima occhiata.

giovedì 21 giugno 2012

Vero o Falso?

La matita rimarca la sua presenza su uno dei due quadrati contrassegnati da una V o una F. Non lascia diritto di replica quella X che va perfettamente ad incastrarsi in uno spazio relativamente piccolo. Poche incertezze accompagnano l'esecutore di un test banale.


Ma basta uscire dai confini limitati di un foglio per far sorgere qualche dubbio. Basta allontanare da sé fondamenta da altri sorrette, per vedere vacillare verità che forse tanto vere non erano o riabilitare falsità che tanto false non dovevano essere.


La parzialità che prende il sopravvento sull'assoluto. Su un assoluto spesso preso come tale, senza avvertire la necessità di mettere nulla in discussione. Troppo difficile. Troppo oneroso. Troppo destabilizzante.


In tale contesto verità crescono e falsità si alimentano. In un'eterna sfida, come se lo scopo fosse quello di incitare le proprie garanzie, screditando chi non sta con noi e senza mai porsi l'unico interrogativo fondamentale: che la stessa contrapposizione sia una completa messa in scena.


Intanto la matita ritorna a planare sul foglio, pronta a riprendere quel suo unico cammino tranquillo, lontano da ogni tentazione legata al dubbio.